E-Book: Ragion di stato

Ragion di stato

Alberto Benedetto

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Autore:
Genere:
Romanzi/Storia
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138
Data caricamento:
22/11/2016
Lingua:
Italiano
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alberto76
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Descrizione:
La vicenda narrata è una pura invenzione anche se i fatti che fanno da cornice al racconto sono veramente accaduti. Il conte Amedeo VII di Savoia, noto anche come Conte Rosso per la sua abitudine di indossare vestiti di questo colore, morì infatti a soli 31 anni a seguito delle ferite riportate da una caduta a cavallo occorsa durante una battuta di caccia. I sintomi della malattia del conte, che i contemporanei descrissero con dovizia di particolari, per l’epoca potevano far pensare ad una morte per avvelenamento. Anche la situazione politica che stavano vivendo i suoi stati poteva portare un contemporaneo a propendere per un avvelenamento anche se oggi gli storici ed i medici propendono più a ritenere la morte del conte dovuta a cause naturali; la sintomatologia descritta, infatti, è associabile al tetano, una malattia prodotta da un batterio che si insinua nelle ferite e nei tagli per poi diffondersi rapidamente all’interno del corpo. Questa malattia era già stata descritta dai medici Greci, ma all’epoca era incurabile. Solo con gli studi di due medici dell’Università di Torino, Carle e Rattone, venne chiarito il meccanismo di contagio e di diffusione, mentre solo negli Anni Venti del Novecento venne scoperto, quasi per caso, il vaccino che avrebbe permesso di curare questa terribile malattia. Ovviamente i contemporanei non potendo trovare una spiegazione scientifica ad una morte così improvvisa e violenta, non poterono che pensare ad un complotto ordito da persone che con la morte del conte avrebbero ricavato ricchezze e potere. Vennero quindi sospettate la moglie Bona che mal sopportava i tradimenti del marito e la madre Bona che con l’indipendenza del figlio avrebbe perso il diritto di governare i feudi in nome del figlio. La posta in gioco era notevole poiché chi controllava la Savoia di fatto controllava la via di transito delle alpi e quindi attorno al processo gravitarono notevoli interessi che via via mutavano al mutare della situazione politica del tempo. Purtroppo a fare le spese di questo intrigo “internazionale” furono degli innocenti che pagarono con la vita il gioco di alleanze e di interessi oltre che l’ignoranza medica del tempo. Ottone di Grandson, invece, pagò con la vita la sua richiesta di rientrare in possesso dei suoi feudi che confiscati vennero dati al suo più acerrimo avversario il quale, per tutelare i suoi interessi a discapito del Grandson, pagò un giovane cavaliere squattrinato affinchè l’affrontasse in una prova del ferro a cui Ottone non sarebbe di certo sopravvissuto. Per ironia della sorte, il cavaliere di Grandson morì contravvenendo agli editti di Amedeo VI, noto come Conte Verde e padre di Amedeo VII, che non credendo nella validità dell’ordalia la vietò in tutti i suoi territori.

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