Questa è la storia di Paolo, un uomo che ricevette una straordinaria investitura da un re esigente e partì disarmato per conquistargli il mondo solo con la parola e l’esempio.
Aveva un temperamento nervoso, estremamente sensibile, ferrea volontà, resistentissimo alle fatiche malgrado una misteriosa malattia sortagli sei anni dopo la sua investitura e dopo una grande esperienza mistica. Esigente prima con sé stesso e poi con gli altri, perdette alcuni compagni come Apollo e Barnaba, ma ebbe alcuni discepoli fedelissimi come Tito e Luca e il giovanissimo Timoteo.
Nato per comandare, aveva bisogno di amare gli uomini e di sentirsi amato. Si fece amare da numerosi amici che lo salvarono in parecchie situazioni, cui espresse il suo affetto paterno. Nei suoi scritti passa: dall’affanno alla calma; dallo sdegno all’affetto; dall’ironia all’esortazione; dalla delusione all’esaltazione e confessa di avere pianto per i fratelli, ma mostra anche di essere una persona decisa:Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e spirito di dolcezza. (1Cor. 4,21)
Teorico intransigente si dimostrò un organizzatore ineguagliabile, sempre primo e trascinatore degli altri. Accentratore volle essere dappertutto e, dove non poteva arrivare, mandava lettere o inviava suoi rappresentanti. Fu la sua operosità a ottenergli risultati, mentre fu sterile il suo filosofare all’Areopago di Atene.
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